Il seminario top di questa bella edizione di Sangiovese Purosangue è stato il confronto tra Terre di Sangiovese e di Borgogna di Armando Castagno, per la splendida regia di Davide Bonucci, nella magnifica location del complesso museale del Santa Maria della Scala, con vista sul Duomo di Siena
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Il Pinot nero sta alla Borgogna come il Sangiovese sta alla Toscana (nelle sue espressioni del Chianti e di Montalcino) e alla Romagna: 4 sangiovese con 4 vini di Borgogna alla scoperta di similitudini e diversità.
Il Pinot nero e il Sangiovese sono entrambi vitigni ubiquitari, cioè sono piantati in diverse aree del mondo, ma sono capaci di rendere al meglio solo negli habitat a loro più consoni, vini che hanno quindi in comune un’ innata capacità di interpretare il terroir, e che d’altra parte sono complicati in vigna e in cantina.
Per il colore, entrambi vini sempre trasparenti e dai toni rubino da giovani, che virerà al granato con l’evoluzione. Il Pinot nero ha un profilo aromatico mentre il Sangiovese ha una bella florealità, e tannini molto più spiccati.
Giocano sempre un ruolo fondamentale il fattore ambientale cioè il territorio, il fattore umano, cioè lo stile e il fattore tempo. Terreni marnosi e complessi per il pinot nero e contesti geologici diversi per il sangiovese dal galestro, all’alberese e all’arenaria. Lo stile si differenzia per i tempi di maturazione, per la qualità dei legni e per il tempo di uscita in commercio, infine il fattore tempo: dopo 12-14 anni i vini invecchiati nei due territori si avvicinano.
Montalcino, dalla forte anima rurale e contadina, esprime uno dei territori italiani con il miglior savoir faire di vigneto: le vere perle sono quelle che parlano montalcinese.
In Borgogna la Côte Chalonnaise è la continuazione della Côte d’Or e ha cinque denominazioni comunali (AOC):
- Bouzeron: il paradiso dell’aligoté, vitigno con il quale si producono soltanto vini bianchi
- Rully: vengono coltivati principalmente gli stessi vitigni della Côte d’Or, chardonnay e pinot noir
- Mercurey: capitale della Côte Chalonnaise, è il secondo comune nelle classifiche del volume produttivo della Borgogna dopo Beaune e produce i vini più tannici e longevi della Côte
- Givry: mantiene un’antica vocazione per il pinot nero, oggi presente per l’85% della produzione
- Montagny: AOC riservata ai bianchi a base chardonnay
Queste le etichette in degustazione:
- Rosso di Montalcino Le Ragnaie 2016, di Riccardo e Jennifer Campinoti, agricoltura biologica nell’area del Passo del Lume Spento, il punto più alto di tutto il comprensorio di Montalcino (600 metri slm), un vino fine, fresco ed elegante
- Givry 1er Cru, Domaine Ragot 2016, un vino finissimo con sentori di fiori viola, glicine e lavanda
- Chianti Classico Riserva Vigna Barbischio Maurizio Alongi 2016, Gaiole: francese nello stile e chiantigiano nel rigore, tannini integrati nella trama del vino e bella acidità che aiuta a costituire l’armonia
- Mercurey 1er Cru, Clos du Roy, Tupinier Bautista 2016: frutto di bosco e note di arancia sanguinella e bel tannino ed energia e forza per questo bel rosso
- Chianti Classico Chielle, Podere L’Aia 2016: la vigna Chielle è sopra i 600 m., naso bellissimo, balsamico, bocca raddese con freschezza e acidità che dilagano
- Saint Romain Absolu Domaine Henri&Gilles Buisson 2016: rossi completi con grande completezza aromatica
- Marta Valpiani Crete Azzurre 2016: madre e figlia che hanno cambiato il Sangiovese di Romagna, un vino fine ed elegante ed estremamente profumato
- Santenay David Moreau Cuvée S 2016: dedicato ai nonni dal giovane David Moreau, naso elegante, bocca fine, con un tannino placido e grintoso che tende a una bella lunghezza e intensità
Il vino è cultura e passione e le due ore di seminario sono state uno spazio ricco di straordinaria formazione intriso di storie, memorie, immagini, profumi e sapori.
Grazie Armando: è stato un piacere ascoltarti e degustare insieme a te!
Grazie Davide per la professionalità e la passione con le quali valorizzi il nostro Sangiovese e ci metti a disposizione momenti culturali unici!